Ci uniamo per combattere la violenza contro le donne !

Ci uniamo per combattere la violenza contro le donne !

Noi donne abbiamo tutte sperimentato le ferite della violenza. A casa, a scuola e nella società, dal momento che abbiamo imparato a conoscere noi stesse come il secondo genere, come una donna, la violenza è entrata nella  nostra  vita - violenza quotidiana che sembra essere naturale, sempre con un certo tipo di giustificazione culturale, della tradizione, psicologica, biologica, una giustificazione legale o religiosa. Anche noi che siamo state oggetto di violenze ci abituiamo ad essa. La violenza non è solo l’atto di danneggiare i nostri corpi e mettere in pericolo le nostre vite. La violenza contro le donne non è limitata a stupri, percosse, o la vendita di bambine come “spose” o alla mutilazione dei genitali femminili; non può essere ridotta a manganelli e proiettili, a pugni o fruste, agli attacchi con l’acido o con il fuoco, ma significa anche essere ignorate, svilite, insultate, disprezzate o molestate, anche arrabbiarsi è violenza. Anche sottoporsi ad interventi di chirurgia plastica per modificare noi stesse per conformarci agli standard di bellezza fissati da una società patriarcale ,è una forma di violenza.

La violenza contro le donne non è nuova, ma la sua escalation senza precedenti nei settori politico, economico e sociale in un mondo patriarcale è un fenomeno terrificante. Come un risultato della globalizzazione del capitale e dello sfruttamento eccellente per il profitto, la povertà è stata femminilizzata. La catena di violenza globale ha messo più di 3 miliardi di donne provenienti da tutti gli angoli del mondo, sullo stesso lato.

Nel mondo cosiddetto 'moderno' del capitalismo, le forme di violenza contro le donne come la prostituzione, lo stupro, l'omicidio di donne da parte dei loro partner o ex-partner, gli insulti e il disprezzo, le botte e la violenza domestica, la pornografia, la cosiddetta “industria del sesso” e gli abusi sessuali nei luoghi di lavoro e nelle strade ... tutti questi sono aumentati incredibilmente. Per il sistema imperialista-capitalista, patriarcale, la continuazione della violenza contro le donne su scala mondiale e l'istituzionalizzazione di una cultura anti-donne è di cruciale importanza per la produzione di profitto.

Oggi, a seguito delle invasioni e occupazioni da parte di governi imperialisti-patriarcali da un lato e  l'ascesa e l’affermarsi d’altra parte del fondamentalismo e di diversi tipi di fondamentalisti religiosi e anti-donne, l'Afghanistan, l'Iraq e l'intero Medio Oriente sono diventati carceri femminili e arena maschile.

Anche se la violenza contro le donne in Iran ha una lunga storia, il regime fondamentalista islamico dell'Iran, usando il bastone della religione, le catene della tradizione, la prigione del Hijab (il velo), le cosiddette ‘’Pattuglie di orientamento’’ e le esecuzioni e le lapidazioni, ha imposto una più ampia, più rigorosa e più brutale violenza contro le donne, al fine di controllare loro ed i loro corpi. L'hijab obbligatoria è un'indicazione di sottomissione e subordinazione delle donne, una dichiarazione pubblica e formale di disuguaglianza di genere sotto il regime islamico. Le leggi che danno luogo a violenze e punizioni islamiche medievali sono una dichiarazione e formalizzazione della oppressione, la discriminazione e la violenza contro le donne, la bandiera ideologica del regime islamico che sovrasta il corpo delle donne.

Mentre il regime islamico e le sue forze repressive controllano le donne nelle scuole, università, nelle strade e nei luoghi di lavoro e così via, il marito, il compagno, il padre, il fratello e figlio si prendono cura di controllare le donne a casa. Se le donne fuori casa vengono arrestate e portate in prigione per aver sfidato le leggi ed i codici dell'”hijab islamico”, a casa ci sono alcuni uomini che prenderanno il posto dei capi religiosi. Se il regime lapida le donne a morte per il reato di amare qualcuno o di essere amata da qualcuno, a casa ci sono alcuni uomini che le condannano a morte al fine di proteggere l’onore della famiglia. Le donne in Iran devono sfuggire alle restrizioni e controlli delle forze di sicurezza islamiche, mentre nei luoghi pubblici si ritrovano quotidianamente ad aver paura per abusi sessuali da parte di tanti uomini. Acido spruzzato sulle donne i cui hijab sono considerati insoddisfacenti gettano il segno di questa brutale violenza sui loro volti o corpi per il resto della loro vita, mentre l’intollerabile violenza domestica di alcuni uomini spinge le donne ad un’auto-immolazione.

Questo coordinamento tra il potere statale del movimento anti-donna della Repubblica islamica dell'Iran e gli uomini che sono immersi in idee e valori anti-donne, costituiscono la base per le tre catene interconnesse della violenza di stato, della società e della violenza domestica contro le donne iraniane. Il collegamento principale di questa catena è la violenza dello Stato, che diffondendo una cultura patriarcale, tradizioni arretrate, e un’ideologia anti-donna nella società, e attraverso una serie di leggi e disposizioni politiche, ha aperto la strada per l'intensificazione di vari tipi di violenza sociale e domestica contro le donne.

Le donne, dal canto loro stanno resistendo e lottando in forme diverse contro la diffusa violenza anti-donna del regime islamico da quando questo è stato fondato. Esse hanno combattuto individualmente o in gruppo, nelle carceri, di fronte alle brutali torture, contro l'hijab obbligatoria, contro la discriminazione di genere nelle scuole e nelle università e davanti ai giudici per il diritto al divorzio e la custodia dei loro figli.

La violenza contro il corpo e l'anima di ogni donna ha provocato un insistente appello ed chiamata per una vasta lotta, dichiarando che tale violenza non è più sopportabile. Una resistenza ed una lotta sparsa e separata non sono più sufficienti; una lotta unitaria ed estesa si sta ponendo più che mai come una necessità.

Lo sviluppo e l'intensificazione della violenza in tutte le sfere della vita delle donne in Iran ha dato origine alla necessità di una campagna unita e ampia. Lasciate che questa campagna per opporsi alla violenza contro le donne sia di aiuto a riunire i numerosi canali di lotta in un fiume in tempesta per il rovesciamento del movimento anti-donna del regime islamico dell'Iran. L’Avvio e il continuare una campagna può rafforzare il radicamento delle lotte delle nostre sorelle in tutto il mondo contro la violenza su scala mondiale. Una campagna che può servire da lotta continua e mirata per l'eliminazione della sottomissione delle donne in tutto il mondo e portare a un mondo in cui tutte le donne e tutta l'umanità sia libera dall'oppressione e dallo sfruttamento.

 

Questa campagna fa parte:

P Tutte le donne che soffrono di violenza!

P Tutte le donne che combattono l'hijab obbligatorio!

P Tutte le donne che lottano contro la lapidazione!

P Tutte le donne che lottano per la separazione della religione dallo stato!

P Tutte le donne che lottano per porre fine ad abusi, offense, disprezzo e violenza contro le donne!

P Tutte le donne che lottano contro le tradizioni arretrate, i costumi e le leggi come il matrimonio forzato e il matrimonio di giovani ragazze!

P Tutte le donne che combattono contro la forma islamica della prostituzione noto come “Sigheh” (quello che chiamanomatrimonio temporaneo”)!

P Tutte le donne che lottano contro i “delitti d'onore”!

P Tutte le donne che lottano contro lo sfruttamento delle donne sul posto di lavoro o a casa!

P Tutte le donne che combattono contro gli abusi e di targeting degli omosessuali!

P Tutte le donne che combattono per una scelta libera all'aborto!

P Tutte le donne che combattono tutte le leggi ingiuste e le punizioni islamiche contro le donne!

P Tutte le donne che lottano per un mondo in cui nessuna donna è costretta a vendere il proprio corpo!

P Tutte le donne che ...

 

Campagna per combattere la violenza di stato, sociale e domestica contro le donne in Iran

17  Novembre  2016

Per aderire alla campagna e altre richieste si prega di contattare il nostro e-mail:

karzar.zanan.2016@gmail.com

 


Supports:

  • Atash Paydar: Women’s movement activist
  • Akhtar Kamangar: Political activist & Women’s movement activist
  • Akhgar Farzaneh: Women’s movement activist
  • Aram Bayat: Lead of “Khorshid Khanoom” dance group & Women’s rights activist
  • Ariz Mohammadi: Women’s rights activist
  • Arghavan Rostami: Women’s movement activist
  • Azadeh Partovi: Women’s movement activist
  • Azadeh Abbasi: Women’s rights activist
  • Asti Pirooti: Labour’s rights activist & Political activist
  • Ashraf Ghiasi: Women’s movement activist, Political activist & Former political prisoners
  • Emilia Espartak: Women’s movement activist – Afghanistan
  • Ana Mahmodi: Women’s rights activist
  • Anahita Rahmani: Women’s movement activist, Political activist & Former political prisoners
  • Avat Sadeghi: Women’s rights activist & Political activist
  • Baghrein Hojjati: Women’s rights activist
  • Bahar Golabadi
  • Bahar Maleki: Women’s rights activist
  • Bayan Zandi: Women’s rights activist
  • Bayan Naseh: Social Consultant & Women’s rights activist
  • Parvin Ahmadi: Women’s rights supporter
  • Parvin Saiedbakhti: Women’s rights supporter
  • Parvin Shafei: Women’s rights activist
  • Parisa Kolahghochi: Women’s movement activist & Political activist
  • Pari Rastegar: Women’s movement activist
  • Taraneh Hosseini
  • Soraya Fattahi: Women’s movement activist & Political activist
  • Samin Bahar: Women’s movement activist
  • Jamileh Rahimi: Women’s rights activist & Political activist
  • Jamileh Nedai: Women’s movement activist
  • Roya Sadeghi: Political activist
  • Rizan Moarefi: Women’s rights supporter
  • Zara Parastar: Political activist & Child and teenage rights activist
  • Zara Mohammadi: Women’s movment activist
  • Zari Zahedani: Former political activist
  • Zaman Masoodi: Political activist & Women’s movment activist
  • Ziba Karbasi: Poet
  • Zinat Ilkhanizadeh: Child rights activist & Women’s rights activist
  • Zinat Abbasi: Women’s rights supporter
  • Setareh Ashoorbeig: Women’s rights advocate – Afghanistan
  • Sahar Tiam: Political activist
  • Sahar Naji: Women’s rights advocate & Refugees rights activist
  • Sarveh Naghshi: Women’s rights supporter
  • Samira Bastani: Women’s movement activist
  • Suzeh Amin: Women’s rights activist
  • Susan Golmohammadi: Women’s movement activist, Political activist & Former political prisoner
  • Soofia: Women’s rights supporter
  • Sooma Nabavi: Women’s movement activist & Political activist
  • Soheila Ghaderi: Women’s movement activist
  • Seiran Ebrahimi: Women’s right activist
  • Seili Ghaffar: Women’s rights activist & Political activist – Afghanistan
  • Simin: Women’s rights supporter
  • Shahla Payam: Women’s movement activist & Political activist
  • Shahin Nawai
  • Shirin Hosseini: Women’s movement activist & Political activist
  • Shirin Sharifi: Women’s rights supporter
  • Shiva Sobhani: Poet & Political activist
  • Sabri Bahani: Political activist
  • Sedighe Mohammadi: Women’s movement activist & Political activist
  • Ozra Mohammadian: Women’s right activist – Afghanistan
  • Fatemeh Eghdami: Women’s right activist
  • Fatemeh Karimi: Women’s right activist
  • Farasat Salehi: Women’s movement activist & Political activist
  • Farah Nabavi: Women’s movement activist
  • Farzaneh Rahnama: Women’s rights supporter – Afghanistan
  • Fereshteh Sadeghpour: Women’s movement activist & Former political prisoner
  • Fariba Amirkhizi: Women’s movement activist & Political activist
  • Frida Faraz: Women’s movement activist
  • Farideh Rezaee: Women’s movement activist & Political activist
  • Farideh Karimi: Women’s movement activist & Political activist
  • Farimah Roshan: Women’s movement activist
  • Ghodsi Bakhtiari: Social activist
  • Kajal Adami: Poet & Artist
  • Questan Davoudi: Political activist
  • Kimiya Moradi: Women’s movement activist
  • Kimiya Noori: Author
  • Goshin Ghahramani: Women’s rights supporter
  • Galavij Hosseini: Women’s rights activist & Political activist
  • Galavij Mahmoodzadeh: Women’s rights supporter
  • Golzar Ali: Political activist
  • Goli Pishyari: Women’s rights supporter
  • Goli Mohammadi: Musician
  • Gohar Memarzadeh: Political activist
  • Giti Zamani: Political activist
  • Laleh Azad: Women’s rights supporter – Afghanistan
  • Lavjeh Javad:Women’s equality movement activist
  • Leila Azad: Social activist
  • Leila Parnian: Women’s movement activist, Political activist & Editor of March 8 Magazine
  • Maria Rashidi: Spokeswoman of Stockholm women’s rights association
  • Maryam Afrasiabpour: International campaign for women’s rights
  • Maryam Ghaderpana: Political activist
  • Maryam Naji: Women’s rights supporter
  • Mojdeh Bamian: Women’s movement activist
  • Massi Tehrani: Women’s movement activist
  • Malihe Karimizadeh: Women’s movement activist
  • Mona Roshan: Political activist & Former political prisoner
  • Mehri Shahmoradi: Political activist
  • Mahsa Rojan: Women’s movement activist
  • Mahnaz Haghighat: Human rights activist
  • Mahin Shokrollahi: Political activist
  • Mahin Shokrai: Political activist
  • Mina Ahmadi: Women’s rights supporter- Afghanistan
  • Mina Azadi: Political activist
  • Minoo Irani: Political activist
  • Mitra Golmohammadi: Families of political victims
  • Nazi Abdollahi: Women’s rights supporter
  • Nahid Karimi: Women’s movement activist
  • Nahid Mokri: Women’s rights activist & Human rights activist
  • Nahid Novin: Women’s movement activist & Political activist
  • Nahid Vafaee: Poet & Women’s rights activist
  • Nasim Azad: Social activist
  • Nasim Saadat: Political activist
  • Niloofar Paziresh: Women’s movement activist
  • Vajihe Taraneh: Women’s movement activist
  • Venous Derakhshan: Women’s movement activist
  • Hetav Abdollahi: Journalist
  • Homa Bamian: Women’s movement activist
  • Homa Farid: Women’s movement activist & Political activist
  • Hoozan Mahmood: Kurdish women’s rights activist
  • Hiroo Mahmoodzadeh: Women’s right activist

 

International supports:

  • Sabrina Qureshi: The Founder and co-ordinator of Million women Rise – UK
  • Vivienne Hayes: Chief Executive, Women’s Rosource Center – UK
  • Anne Tonglet: Women and LGBT’s movement activist – Belgium
  • Binevsa Berivan: Institut Kurde de Bruxelles
  • Margot Cassiers: Institut Kurde de Bruxelles
  • Kristel Cuvelier: Institut Kurde de Bruxelles
  • Annelies Kuypers: Institut Kurde de Bruxelles
  • Mélissa Petit: Institut Kurde de Bruxelles
  • Agnes Lalau: Institut Kurde de Bruxelles
  • Soade Dana: Institut Kurde de Bruxelles
  • Zeynep Gorgu: Union des femmes socialistes en Belgique
  • Sakine Altindemir: Union des femmes socialistes en Belgique
  • Nalan Oral: Union des femmes socialistes en Belgique
  • Meryem Sasmaz: Union des femmes socialistes en Belgique
  • Eylem Dalgiç: Union des femmes socialistes en Belgique
  • Bilen Ceyran: Union des femmes socialistes en Belgique
  • Hatice çakmak: Union des femmes socialistes en Belgique
  • Arife Soysuren: Le mouvement des femmes kurdes en Belgique
  • Toprak Nisa: Le mouvement des femmes kurdes en Belgique
  • Raife Koç: Le mouvement des femmes kurdes en Belgique
  • Leyla Aslan: Le mouvement des femmes kurdes en Belgique
  • Martha Glow: Women’s movement activist –UK
  • Jasmin Kitel: German feminist
  • Sara Mohammad: Founder and Chairman for the Swedish national organisation Never Forget Pela and Fadime
  • Amineh Kakabaveh: Chairman for the Swedish association «Neither Whores or Doormats» – congresswoman
  • Leyla Cimin: Courage Bremen – Germany